Tu, in qualità
di pioniere del terzo millennio, stai vivendo attualmente un vero e proprio
sconvolgimento epocale che richiede una trasformazione della tua intera
multidimensionalità. Puoi tentare di resistere a questo mutamento, consapevole
però del fatto che questo atteggiamento provocherà inevitabilmente
dell'attrito che si tradurrà in sofferenza, oppure puoi assecondarlo, anticipandolo
addirittura, con l'adattabilità di un liquido che all'istante e senza sforzo
assume la forma del contenitore in cui viene immesso.
L'opzione è esclusivamente nelle tue mani;
se scegli la seconda alternativa, tieni presente che dovrai puntare su una
sensibilità sempre all'erta di fronte alle ondate di nuovo che arriveranno in
accelerazione crescente, su una grande flessibilità, su un contatto costante
col tuo Sé, su un coraggio lungimirante, su una inesauribile dose di
creatività e sulle innumerevoli qualità da sviluppare nei confronti di situazioni
totalmente nuove. Se scegli la prima alternativa, sappi che pure la sofferenza
può essere un prezioso strumento di crescita e di trasformazione, soprattutto
se riesci a prendere le distanze da essa, se riesci a diventare spettatore del
tuo dolore, se, pur vivendolo intensamente, non ti lasci travolgere dal tuo
corpo emozionale, ma riesci a tenerti saldamente ancorato al Sé. Quando questo
accade ti rendi conto della grande forza generata dalla sofferenza e ti metti
in grado di convogliarla in un processo di crescita che diventa sempre più
consapevole e rapido. A questo punto nasce in te il rispetto per la tua
sofferenza.
Quando poi sorge spontaneo un sentimento di
gratitudine per la prova che ti viene data — e se ti viene data, significa che
hai spalle sufficientemente forti per sopportarla — allora puoi essere sicuro
della riunione del tuo corpo emozionale con la tua scintilla divina.
Non solo, il tuo dolore ti consente anche
di comprendere empaticamente il dolore dell'altro e di tributargli tutto il tuo
rispetto. Accade a volte, soprattutto se assistiamo alla sofferenza dí una
persona cara, di sentirci consumare dall'impotenza, dalla frustrazione
derivante dal non poter fare nulla per alleviarla. Essere consapevole della
valenza evolutiva del dolore ti permetterà di non farti travolgere dal
tentativo velleitario di proteggere l'altro — cosa che si tradurrebbe di fatto
nel sottrargli una possibilità di crescita — e ti metterà nella condizione di
aiutarlo, per quanto è in tuo potere, con una solidarietà autentica e costruttiva.
Anche il dolore trasforma e si trasforma,
se lo vivi attraverso il filtro della consapevolezza e della pazienza.
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