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Alla voce "umile" così recita il vocabolario: "Chi è pienamente consapevole dei propri limiti e non si inorgoglisce per le proprie qualità, virtù o meriti personali o per i successi che consegue, né tanto meno ricerca la fama, la gloria e la ricchezza".
La sua radice è humus, terra, e l'umile quindi è chi è legato a essa, chi le è vicino, chi sta in basso, chi sí fa piccolo.
Quest'ultimo significato può essere la chiave per trovarne un altro, traslato o nascosto. Dice il Cristo che per entrare nel Regno dei Cieli bisogna passare attraverso la cruna dell'ago e, per fare questo, bisogna diventare piccolissimi, ridurre tutta la nostra massa a un punto infinitesimale. E come è possibile questo? Spostandosi verso quell'elemento che ti compone, che non è più corpo, ma scintilla spirituale, il Sé. Quando questo accade diventi più piccolo di un atomo e grande quanto l'Universo, a un tempo.

Non solo, quando sei il tuo Sé, sei in grado di sperimentare la Saggezza e l'Amore, di cui tutta la saggezza e l'amore che hai avuto modo di conoscere non sono che pallidi riflessi. Solo allora puoi riconoscere in ogni essere umano la presenza del Sé e, attraverso una comunicazione senza diaframmi, ritrovare insegnamenti preziosi nel bambino di pochi anni, nella persona senza istruzione, in chi forse ritenevi a te inferiore. Puoi riconoscere l'amore in chi ti sembrava chiuso, aggressivo, egoista; insomma puoi trovare un maestro in ogni persona che incontri.
E poiché íl corretto atteggiamento del discepolo nei confronti del maestro è quello di essere sempre aperto ai suoi insegnamenti, in ogni istante e senza aspettative, forse essere umili è proprio questo: non crearsi mai aspettative nei confronti degli altri e delle situazioni della vita.
E allora l'umiltà nasce dalla pazienza? O la pazienza dall'umiltà?


Dede Riva, Nuove Meditazioni Quotidiane, Edizioni Mediterranee.

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