Attorno a te, dentro di te, stanno succedendo enormi cambiamenti. Tutto ciò che andava bene fino a ieri oggi si rivela inefficace, superato. È come se un terremoto scuotesse le fondamenta di tutto; ogni precedente, familiare punto d'appoggio crolla sotto i tuoi piedi.
Ti ritrovi sospeso su un ponte traballante di cui vedi l'esile sostegno ancorato al passato e di cui ancora non puoi scorgere le basi sulla sponda opposta. Alle tue spalle senti risuonare una parola: "sacrificio". Davanti a te una voce dice: "integrazione".
Sacrificio, strana parola che ti accompagna fin da bambino;
ma che cosa vuole dire esattamente? Deriva da due termini: sacrum e facere e
significa, anche se nessuno forse te l'ha mai detto, rendere divina ogni tua
azione.
È
più probabile che te ne abbiano parlato in termini di rinuncia, di annullamento
di se stessi, per porsi al servizio degli altri. E sacrificio è anche questo,
ma solo se è fatto con la gioia nel cuore, solo se chi lo compie ha già gustato
il sapore della ri-unione con l'Unità.
E integrazione cosa significa? Significa creare un
collegamento tra due opposti, riportare interezza dove esiste separazione,
comprensione dove esiste conflitto, solidarietà dove esiste competizione.
Significa colmare un vuoto, lanciare un ponte, appunto, tra due sponde
lontane.
Hai due alternative: puoi iniziare da solo la traversata, in
compagnia delle tue incertezze e delle tue paure, oppure puoi scegliere il tuo
Sé come compagno di cammino.
Probabilmente in entrambi i casi raggiungerai la tua meta,
ma che differenza di organizzazione turistica!
Dede Riva, Nuove Meditazioni Quotidiane, Edizioni Mediterranee.
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