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L’immagine dell’io e l’abitudine alla felicità



Come ci percepiamo? Come vediamo noi stessi? Quale immagine di noi ci restituisce lo specchio e come essa influenza la nostra visione del mondo?  Si può acquisire l’abitudine alla felicità?

Allineare e rendere coerenti i propri obiettivi e desideri con l’immagine interiore di sé è uno dei segreti del benessere e del successo.

Il ritratto interiore che ciascuno porta con sé quotidianamente contiene, a livello più o meno consapevole, le credenze su di sé, ciò che si crede di essere e di valere, ciò che ci si aspetta da se stessi e che si ritiene di meritare.

A comporre questo autoritratto sono le infinite tessere delle esperienze, dei vissuti di successo e di fallimento, delle gioie e delle frustrazioni, delle reazioni degli altri nei propri confronti. L’immagine dell’io va strutturandosi fin dalla prima infanzia, diventa la propria storia personale, il nucleo profondo e consolidato che spinge ad agire come se si fosse la persona che si ritiene di essere.

L’immagine dell’io, come sostiene Maxwell Maltz, è la chiave della personalità e del comportamento umano: cambiare l’immagine dell’io equivale a cambiare la personalità e il comportamento. Ciò non può avvenire se, prima, non si impara ad accettarsi per come si è, con tutte le proprie fragilità, e nemmeno può avvenire attraverso uno sforzo di volontà: il comportamento che nasce da immagini interiori può essere modificato solo con nuove immagini interiori, attraverso l’uso sapiente e funzionale dell’immaginazione creativa ed esercizi di visualizzazione, percezione corporea e respirazione.

Attraverso la pratica quotidiana volta a consolidare i nuovi “programmi” mentali, avviene una graduale ristrutturazione dell’immagine interiore di sé e il dischiudersi di nuovi orizzonti e possibilità di scelta. Certamente, il maturare di una maggiore consapevolezza e qualità del proprio “stare nel mondo”. Si diventa ciò che si pensa, e questo è l’eterno mistero (Maitri Upanishad).

E la felicità? Ci si può “riprogrammare alla felicità”? Qualunque possa essere la vostra definizione di essa scriveva Maltz voi la ‘proverete’ soltanto provando maggiore desiderio di vivere. ‘Vita più completa’ vuol dire, tra le altre cose, maggiore compiutezza, il raggiungimento di mete degne di essere tali, dare e ricevere più amore, essere più sani e sentirsi più sereni, più felici per noi stessi e per il nostro prossimo”. 
A queste parole si è ispirata anche Dede Riva per mettere a punto la Psicodinamica Metodo ISPA
® che è stata, negli ultimi 40 anni, fonte di benessere per migliaia di persone.

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